ACQUA IN BOTTIGLIA: RICCA DI… SOSTANZE INQUINANTI

ACQUA IN BOTTIGLIA: RICCA DI… SOSTANZE INQUINANTI

Non tutti i consumatori lo sanno ma nell’acqua in bottiglia sono consentite, per legge, più sostanze inquinanti rispetto all’acqua del rubinetto. Quest’ultima può contenere al massimo 10 microgrammi per litro di arsenico, mentre la maggior parte delle acque minerali ne contengono 40 o addirittura 50, senza l’obbligo di dichiararlo sulle etichette. Esistono, infatti, due leggi diverse che regolano i limiti di inquinanti ammessi per l’acqua in bottiglia e per quella di rubinetto.  A seguito di alcune analisi su diverse acque in bottiglia, nel 2000, è partito un ammonimento da parte della Commissione dell’Unione Europea. I valori massimi previsti per alcune sostanze tossiche e indesiderabili nelle acque minerali italiane, infatti, erano superiori alle norme imposte a livello comunitario. Purtroppo, però, da allora ancora nulla è cambiato. Insomma l’acqua in bottiglia possiede una qualità più bassa ma un prezzo più alto, è scomoda da trasportare dal supermercato a casa, occupa spazio, e come se non bastasse inquina il pianeta. Infatti, per produrre un chilo di Pet, il materiale con cui sono realizzate le bottiglie di acqua minerale, sono necessari circa due chili di petrolio, diciassette litri di acqua, la cui lavorazione rilascia nell’atmosfera: 18 grammi di monossido di carbonio, 25 grammi di ossidi di zolfo, 40 grammi di idrocarburi e 2,3 Kg di anidride carbonica.

(Tratto da un articolo di Luigi Bignami apparso su Repubblica e da “Qualcuno vuol darcela a bere”, di Giuseppe Altamore)



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