ETICHETTE INCOMPRENSIBILI

ETICHETTE INCOMPRENSIBILI

L’acqua è incolore e insapore, però al suo interno sono disciolti molti elementi irriconoscibili, se non fosse per l’etichettatura. Ma i consumatori guardano l’etichetta prima di acquistare l’acqua in bottiglia? Sanno quale scegliere?  Per ogni periodo della vita e per ogni stato di salute esiste un’acqua ideale da consumare. Non sono tutte uguali e non vanno sempre bene allo stesso modo. Il Ministero della Salute se ne occupa marginalmente. Online, infatti, rimanda semplicemente alla consultazione di documentazione più specifica. Legambiente, invece, mette in guardia da un parametro: “un quarto delle acque sotterranee ha qualità scadente, per cause antropiche: tra i principali contaminanti troviamo i nitrati, sostanze presenti nei fertilizzanti”. L’acqua in bottiglia che beviamo è sana? Cosa contiene?  In Italia secondo una stima di Aduc esistono 350 etichette di acque minerali per 160 aziende, ma nei reparti di acqua minerale all’interno dei supermercati mancano spesso i riferimenti necessari per acquistare la confezione più adatta alle esigenze del consumatore. Troppo spesso, infatti, le varie confezioni di acqua minerale sono disposte a casaccio. Non sarebbe meglio prestare maggiore attenzione e conoscere cosa contiene l’acqua che beviamo? Sulle etichette di qualità sono riportati numerose indicazioni, spesso in caratteri piccolissimi, quindi poco visibili. Si tratta di parametri importanti che possono essere confrontati anche con l’acqua del rubinetto di casa. Di quanti e quali di questi parametri così importanti il consumatore si cura?  Chiede genericamente acqua minerale, al massimo sceglie quella gassata o liscia. Evidentemente non basta. Certo è che le etichette non aiutano nella scelta, perché la composizione viene indicata con sigle chimiche, di difficile comprensione.  Il primo importante dato da leggere è il residuo fisso, la quantità di sali minerali disciolti in un litro d’acqua, che da l’idea della pesantezza dell’acqua: si passa da quelle minimamente mineralizzate a quelle ricche di sali minerali. Le acque minerali gassate, naturalmente o artificialmente, sono sconsigliate per chi soffre di acidità, gastrite o ulcera. Le acque solfate, soprattutto se abbinate al magnesiohanno un effetto lassativo e possono interferire con l’assorbimento del calcio. Le acque clorurate, contengono maggior quantità di sodio e sono sconsigliate per gli ipertesi. Quelle calciche, risultano pesanti e danno all’acqua un sapore particolare ma non provocano i calcoli. Le florurate, possono dar luogo alla screziatura nello smalto dei denti e influiscono sulla mineralizzazione delle ossa: attenzione a farla bere ai bambini. C’e’ infine il problema di alcuni metalli tossici, quali l’arsenico, il cadmio, il (tri)cromo, che non devono superare i valori di legge, dei quali ovviamente si sconsiglia l’assunzione a prescindere dai limiti di Legge. Le acque, quindi, non sono tutte uguali. Quelle oligominerali, ad esempio, favoriscono la diuresi, vengono subito assorbite dalle pareti intestinali e abbassano la concentrazione di sodio nel sangue e quindi provocano un’escrezione più abbondante di urina. Sono consigliabili a chi soffre di calcolosi renale, a chi ha la pressione alta e anche ai soggetti che soffrono di coliti e di stipsi. Durante la gravidanza e l’allattamento, e nei neonati aumenta invece il fabbisogno di calcio, è perciò consigliato assumere un’acqua mineralizzata ricca di calcio, utile a prevenire la fragilità ossea e problemi ai denti. Un’ acqua di questo tipo integra il calcio che si assume normalmente con gli alimenti (latte, yogurt, formaggi, etc.) senza introdurre calorie. Per gli sportivi, invece, è consigliata un’acqua minerale per reintegrare i liquidi e i sali persi con il sudore. I minerali utili in etichetta per lo sportivo sono il calcio, essenziale per la solidità dell’osso e la trasmissione degli impulsi nervosi, il magnesio e il potassio, per facilitare la contrazione muscolare, il sodio e il cloro, per la regolazione del bilancio idrico. 



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